Senz'altro uno dei principali temi deprimenti del 2007 sarà il riscaldamento del pianeta e le sue conseguenze fra cui, ci dicono, l'allagamento di metà del mondo civile entro un paio d'anni grazie allo scioglimento sempre più drammatico degli iceberg dell'Artico.
Io, invece, non ho nessuna paura di nessuno scioglimento polare perché ho una profonda conoscenza non solo del Sangiovese ma anche del gin-tonic.
E così, vi invito a fare il seguente esperimento proprio con quel drink magico senza cui l'Impero britannico non sarebbe mai stato fondato.
Prendete in mano un calice e appoggiatelo su un tavolo.
Versateci dentro una bella dose di gin (il Gordon's, of course darling, ma al limite potrebbe anche il Beefeater).
Aggiungete una bella fetta di limone e la vostra tonica (Schweppes, ovviamente), finché il livello del liquido non arriva quasi all'orlo del calice.
Poi, inserite nella beata pozione, pian pianino, due cubetti di ghiaccio.
Ora viene la parte difficile.
Resistete, a tutti costi, alla tentazione di bere quel gin-tonic.
Sedetevi, invece, e contemplate il fizz ipnoticamente benefico delle bolle dell'acqua tonica nel calice e il giallo del limone.
Ma contemplate in particolare quei due cubetti di ghiaccio mentre si sciolgono e l'effetto di tale processo scientifico sul livello del gin-tonic nel calice.
Trabocca, per caso? Direi di no.
Ci dicono che il ghiaccio, specie quello dell'Artico, si stia sciogliendo ad una velocità allucinante.
Non dubito.
Dubito, però, che questo aumento sia colpa dell'uomo.
Ma dicono che tutto ciò porterà presto ad un innalzamento notevole degli oceani, che annegherà le pianure ovunque e fra l'altro - così, si lamenta il vate radical-chic Umberto Eco - porrà il suo rustico di collina ai bordi del mare.
E qui, grazie a quello che so di un gin-tonic sotto condizioni di laboratorio (cioè, un bar) dico: non ci credo.
Quindi, chissenefrega! Me lo dice il mio gin-tonic.
Nonostante quei due cubetti di ghiaccio il gin-tonic si arrangia da solo.
Non esce dal calice neanche un goccio.
E così, si stanno arrangiando gli oceani.
La maggior parte del ghiaccio polare non è attaccato alla terraferma ma galleggia, come fa il ghiaccio in un gin-tonic.
Esiste, certo, una spiegazione scientifica per questo fenomeno e l'ha scoperta il mitico Archimede quando, mentre si faceva un bagno, corse nudo in strada gridando "Eureka!".
Si chiama in inglese "the principle of water displacement".
Cioè, sì, l'entrata del ghiaccio nell'acqua fa alzare il livello di liquido nel gin-tonic e lo fa in proporzione al peso del ghiaccio.
Ma quando il ghiaccio si scioglie, il livello di liquido nel calice invece di variare [ ndr: di "Aumentare", come ci recita il mantra dell'ambientalismo militante ], rimane uguale perché mentre si scioglie il ghiaccio si sperde il suo peso nel liquido.
Per motivi ovvi, non vedevo l'ora di rifare l'esperimento del gin-tonic davanti a quel covo di (ex) comunisti che si manifesta ogni sera al Petit Arquebuse nel centro storico di Forlì.
Lì sto cercando (invano) di fondare una versione nostrana della café society parigina del filosofo francese Jean Paul Sartre con me nei panni di un Sartre romagnolo (anticomunista).
Ho ordinato il mio gin-tonic e ho detto loro: "Venite, compagni".
Che bello.
Non li ho mai visti così, a bocca aperta.
Il grande Eco sostiene che un altro effetto terribile del riscaldamento del pianeta è una crescente riduzione del pene medio.
Beh, di sicuro l'(ex) comunista medio soffre di problemi di questo tipo già anche senza l'effetto serra.
Io, invece, non ho niente da temere in quel settore lì.
Quindi, per vincere il dibattito, non ci sarà bisogno di un gin-tonic.
Basta tirare fuori il cormorano.
Cin-cin! E Happy New Year!
Dal quotidiano "Libero" di Domenica 31 dicembre 2006 - anno XLI n. 314 - pag. 23 (testo da OCR)