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- Ghianda -        Dal quotidiano "Libero" di Sabato 11 febbraio 2012 - anno XLVII n. 36 - pag. 5   (testo da OCR)

Tutti ai piedi del Professore
Anche i fessi di «Oltre il giardino» adoravano un mostro di banalità

di Gilberto Oneto

In Oltre il giardino («Being there»), uno straordinario film del 1979, un grande Peter Sellers interpretava il ruolo di un trovatello allevato entro le mura di un giardino dal quale non era mai uscito e da cui un giorno viene estromesso e gettato nel mondo reale, a lui del tutto sconosciuto. - Gin-Tonic -
Spaesato e intordellito, Chance Gardener (il suo unico ruolo di giardiniere elevato a cognome), le cui sole conoscenze si limitano al giardino in cui è cresciuto e alla televisione di cui è un ghiotto fruitore, viene travolto da una serie di eventi ma anche di circostanze fortunate che lo fanno ritrovare in mezzo a gente «che conta».
Qui le metafore, estremamente semplici e rudimentali, che usa per commentare ogni cosa, lo fanno passare per un uomo saggio, ponderato e di poche parole.
Le banalità, che dispensa a monosillabi e senza mai cambiare espressione facciale, vengono interpretate come scampoli di saggezza, come testimonianza di fredda riservatezza e di sobrietà.
Roba del genere: «Cosa ne pensa della situazione internazionale?» «Se son rose fioriranno», oppure «Che ne dice dei comportamenti della borsa?» «Dopo l'inverno viene sempre l'estate», e «L'opera del governo?» «Una buona potatura fa crescere fiori più belli». E via vagheggiando.
Il film si conclude con qualcuno che avanza l'idea di candidarlo alla Casa Bianca.

Ieri questo film non può non essere venuto in mente nel vedere Monti sulle pagine del Time.
La similitudine non si limita alla stessa serenità di sguardo di Sellers, ma tocca la pacatezza degli interventi pregni di solide metafore e lo stesso sobrio percorso di vita.
In queste settimane il professore non ci ha risparmiato perle di lungimiranza come «Si deve andare a fondo», «Due più due fa quattro», «Quasi sempre, quel che giova ai giovani giova al paese»: tutte sempre pronunciate, anzi elargite, con il sobrio aplomb dell'impresario di pompe funebri nel fare le condoglianze ai parenti dei "clienti".
La nomina di "senatore a vita" suona sguaiata e variopinta: andrebbe meglio un gesuitico e morigerato "senatore perinde ac cadaver".
Chance non era mai stato fuori dal suo giardino, Monti èuscito dal proprio caveau solo per andare in qualche ufficio ugualmente protetto.
Chance era rubizzo, Monti è cereo e sobriamente tetro: il suo pallore non stona con gli arredi della Casa Bianca ma sicuramente contrasta con l'abbronzatura un po' gaglioffamente attribuita al padrone di casa dal suo allegro predecessore.
Il giardino è la cosa più simile al paradiso che si trova in terra, il caveau è in maniera fin troppo palese imparentato a un sepolcro ipogeo.
Oltre il caveau. Monti è andato in pellegrinaggio a Wall Street, che sta al suo habitat accigliato come Villalante rappresenta l'ideale del giardino.
L'avventura di Chance era accompagnata dalla briosità di una giovane Shirley MacLaine: Monti è circondato da ministri e ministre che hanno la verve della Famiglia Addams, anche se Morticia non piange e lo Zio Fester non ha doppi incarichi.

Le similitudini cinematografiche potrebbero proseguire alla grande.
L'espressività di Monti è identica a quella di Buster Keaton, che non cambiava faccia per nessuna ragione: il premier annuncia allo stesso modo il calo dello spread e il taglio delle pensioni.
Altri fin troppo facili accostamenti si possono fare con certi filmacci di zombie o vampiri.
Anche il teatro presenterebbe interessanti spunti, a partire dal Chiarcaro di Pirandello ma qui è meglio fermarsi per prudenza. Di rogne ne abbiamo abbastanza.



Milano, 11 febbraio 2012
Gilberto Oneto


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Gilberto Oneto - "Anche i fessi di «Oltre il giardino» adoravano un mostro di banalità"
- Dal quotidiano "Libero" di Sabato 11 febbraio 2012 - anno XLVII n. 36 - pag. 5   (testo da OCR)