Ci sono episodi che sembrano di nessuna importanza, che accadono quasi per caso, ma che rischiano di avere effetti dirompenti, come la nocciola conficcata nel ghiaccio dal simpatico animalino del cartoon "L'Era glaciale".
Nella piccola storia della politica italiana la riunione autonomista di Brescia rischia di lasciare un segno che va molto al di là delle intenzioni dei suoi stessi promotori. Una riunione autoconvocata di leghisti infastiditi dalla politica del gruppo dirigente si è trasformata, grazie a uno straordinario e rudimentale tam-tam, in una manifestazione di quasi 800 persone - soprattutto giovani - che potrebbe essere l'inizio di un sommovimento dagli esiti imprevedibili.
Molti sono gli elementi di interesse.
1) In quasi 20 anni sono tantissimi quelli che dalla Lega sono stati cacciati o che si sono allontanati magari fondando partitini inconcludenti. Questa è la prima volta che in una struttura leninista come la Lega si fa aperto dibattito, che il dissenso si manifesta con tanta chiarezza, da parte di gente che conserva la tessera e che proclama con orgoglio la propria appartenenza al partito.
2) Si chiede con decisione un ritorno alle politiche tradizionali: autonomia, federalismo, liberismo. E' il "basta Roma, basta tasse" che ritorna, dopo anni di battaglie di retroguardia confessionale contro l'Islam, i Pacs, la fecondazione assistita, tutte cose che dividono la base e non la entusiasmano. La Lega era nata per combattere l'oppressione economico-culturale, il centralismo, la corruzione e la devastazione del territorio.
3) Si parla da tempo di ricambio generazionale. Ogni giorno salta fuori un "erede", ma i designati non sono graditi alla base, stanca dell'acquario di Via Bellerio, dei suoi delfini, barracuda, cefali e microcefali. Sul palco di Brescia si sono susseguiti giovani preparati e determinati, il dibattito è stato civile, pieno di cuore e cervello. E' sfilata una nuova classe dirigente uscita dalla base.
Dopo la catastrofe elettorale del 2001, si era detto che l'obiettivo sarebbe stato di recuperare i milioni di voti in libera uscita. Se il 10 aprile questo non accadesse, alla dirigenza sarà presentato il conto. Ma in ogni caso essa ha già perso: ha perso l'affetto e l'entusiasmo della sua gente che l'ha vista trasformarsi in un partito come gli altri. C'è una legione di orfani della Lega ruspante. Forse a Brescia è stata conficcata nel ghiaccio una noce. Di certo, è iniziato il dopo Bossi.
